09 Lug
  • Da Felice Moscato
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Farmaci plasmaderivati: alla Camera dei Deputati un appello a donare

Roma – Fin dall’inizio dell’anno ad oggi, su scala nazionale, il plasma conferito alle aziende per la produzione di medicinali plasmaderivati è calato del 5,4% rispetto a quanto conferito nello stesso periodo del 2021. I cali si registrano anche all’estero, con una diminuzione di raccolta del plasma negli Stati Uniti, da cui l’Europa dipende (quasi per il 70%) per l’importazione di medicinali plasmaderivati, con conseguenze che, oltre alla mancanza di prodotti e medicinali, influiscono notevolmente sul prezzo degli stessi e sul bilancio delle nostre Regioni. A chiudere il quadro il periodo estivo che storicamente registra ulteriori cali nella raccolta. L’unione di tutti questi fattori fa emergere le preoccupazioni dei pazienti dipendenti dalle trasfusioni e dai farmaci che costituiscono dei veri e propri salvavita.

Plasmaderivati - Camera dei DeputatiA questi temi si è data attenzione, alla Camera dei Deputati, nella conferenza stampa di promossa dall’Onorevole Angela Ianaro. Un appuntamento attraverso il quale FIDAS ha inteso stringere un’alleanza ancora più salda tra donatori e pazienti per scongiurare l’indisponibilità di farmaci: “Ai donatori noi dobbiamo dire grazie ma anche garantire che il loro dono sia utilizzato in maniera corretta, appropriata ed efficiente. Stiamo studiando la possibilità di una cabina di regia per gli  acquisti e riteniamo che sia necessario ragionare in una prospettiva europea, creando un  coordinamento europeo. Infine, dobbiamo lavorare ad una gestione dei centri che permetta di migliorare la raccolta” ha dichiarato l’On. Ianaro.

Giovanni Musso, Presidente Nazionale FIDAS, per far fronte ai cali nella raccolta ha invitato “tutti i donatori a prendere in considerazione la possibilità di donare una volta di più. Ricordo infatti che, secondo la legge italiana, è possibile donare il plasma ogni 15 giorni, mentre l’intervallo di tempo tra una donazione di sangue intero ed una di plasma è di soli 30 giorni. Al contempo invito chi ancora non ha scoperto la bellezza di donare a non lasciarsi sfuggire questa occasione per fare veramente la differenza nella vita di qualcuno che in questo momento ha bisogno di noi. Sono molti i pazienti che necessitano di medicinali plasmaderivati: immunodeficienze primitive, neuropatie disimmuni, emofilia, sono solo alcune delle patologie che richiedono medicinali plasmaderivati”.

Paola Tosi, presidente FIDAS regionale Lazio presente all’evento ha dichiarato: “La storica e strutturata carenza nel Lazio ha certamente concentrato l’attenzione di servizi trasfusionali e associazioni sulla donazione di sangue intero. Questa carenza permane e pertanto i globuli rossi rimangono l’obiettivo principale da raggiungere ma accanto a questo, è possibile aumentare la cultura del dono del plasma lavorando sul reclutamento, anzi recupero in senso positivo, proprio dei donatori non idonei per il sangue intero e sulla fidelizzazione di quanti già donano, rendendo sempre più naturale la donazione di plasma accanto alle due donazioni all’anno di sangue che proponiamo. La donazione di plasma offre inoltre la possibilità di ampliare gli orari della donazione e anche questa strada dovrebbe essere percorsa per agevolare i donatori rispetto agli orari di lavoro”.

Filippo Cristoferi Responsabile Affari Istituzionali di AIP, (Associazione Immunodeficienze Primitive), nella conferenza stampa ha sottolineato: “Il plasma è una materia prima molto peculiare, non è un prodotto di sintesi, ma deriva da un processo di donazione volontaria e non retribuita da parte dei cittadini, la produzione di questi farmaci quindi è ispirata al più alto valore etico di dono e di solidarietà. Ma questo pone una variabilità nella sua disponibilità che apre al rischio carenza”.

Massimo Marra, Presidente CIDP Italia APS (Associazione Italiana dei pazienti di neuropatie disimmuni) è intervenuto con un video messaggio per presentare l’esperienza dei pazienti: “Ciascuno di noi che fa un dosaggio di immunoglobuline ad alte dosi necessita per poter camminare, per poter prendere un oggetto in mano, per poter essere autonomi nella propria vita quotidiana, anche di 700 donazioni all’anno.  Tanti pazienti ci segnalano di come sia stato ridotto il dosaggio del singolo trattamento o aumentato l’intervallo tra una somministrazione e le successive. Così come nuove diagnosi ci segnalano come gli sia prospettato dai clinici il fatto che la terapia di prima linea sia quella a base di immunoglobuline umane ma purtroppo, per una indisponibilità del mercato, non è possibile assicurare loro quello che è considerato il miglior trattamento possibile. Siamo consapevoli che l’unico modo per uscire da questa situazione è l’autosufficienza nazionale nella raccolta del plasma”.

Vincenzo De Angelis, Direttore Centro Nazionale Sangue ha commentato: “L’autosufficienza del plasma è un obiettivo strategico per tutto il sistema sangue italiano che garantirà le terapie salvavita per centinaia di migliaia di pazienti senza doversi preoccupare delle fluttuazioni del mercato internazionale. Ma se questo obiettivo, solo qualche anno fa, pareva a un passo, oggi la situazione è peggiorata a causa del Covid, che forse non fa più così paura ma sta ancora facendo sentire il suo peso sulla raccolta di sangue e plasma. Fortunatamente la generosità dei donatori non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui, e alla fine credo che basti solo un piccolo sforzo in più da parte di tutti gli attori in campo per tornare a muovere i passi nella giusta direzione”.

Guarda la conferenza stampa.

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