20 Dic
  • Da Felice Moscato
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FIDAS Lab 2021, 3 giorni di formazione in casa FIDAS

A qualche tempo di distanza vi raccontiamo come è andato e quali sono stati i punti salienti di uno degli eventi di punta per i responsabili associativi di tutta Italia.

Una buona notizia per cominciare: il FIDAS Lab 2021 si è svolto in presenza in una nuova e rinnovata location. Il quartiere EUR di Roma ha accolto quasi 100 iscritti dalle FIDAS di tutta Italia. Attraverso le nostre storie di Instagram via abbiamo raccontato in diretta i momenti salienti dei laboratori e delle plenarie ma adesso, ci prendiamo qualche momento per raccontarvi tutti i dettagli.

Il 26 novembre scorso, dopo un anno di lavoro, in cui il consiglio direttivo nazionale e tutto lo staff hanno cercato di individuare una data che potesse garantire lo svolgimento in presenza. Il FIDAS Lab da anni forma e risponde alle esigenze di tutti i responsabili e volontari che ne prendono parte.

Infatti “il corso è riservato ai responsabili associativi delle 80 federate FIDAS che, nell’arco del fine settimana, avranno modo di approfondire conoscenze e competenze per una più efficace promozione del dono del sangue e degli emocomponenti.” (fonte FIDAS Nazionale)

Ad aprire le danze, come di consueto, la plenaria dedicata a dei momenti comuni a tutti i laboratoristi. Oltre ai saluti di rito, la formazione si è incentrata su diversi autorevoli contributi.

Il dr. Massimiliano Bonifacio, Professore Associato di Ematologia all’Università di Verona e Consigliere Nazionale FIDAS, con la sua trattazione del plasma e dei sui usi applicati, ha fatto chiarezza tra i tanti dubbi che sono sorti nell’ultimo periodo attorno a questo componente. La sua raccolta, fondamentale per la produzione dei “farmaci salvavita” è fonte insostituibile per la cura di diverse malattie.

A seguire, il prof. Aime docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova, ha evidenziato come la globalizzazione e la conoscenza di nuove culture possa essere un aspetto interessante anche nel campo della donazione.

A chiudere la plenaria è stato il prof. Giancarlo Sturloni, docente presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste che attraverso delle best practice in materia di comunicazione, ha illustrato come una informazione puntuale e senza inutili allarmismi possa contribuire ad una corretta gestione del rischio.

 

Il sabato seguente è stato interamente dedicato ai laboratori: modello organizzativo, privacy e GDPR, social media communication e public speaking.

 

Modello organizzativo

Questo lab, gestito da due professioniste del settore, ha incentrato la formazione sulla definizione del “team” e del “team leader” all’interno delle realtà associative. Un buon team, stimolato e retto da un leader capace anche di moderare le divergenze, fa in modo che le idee e le generazioni si fondano creando un gruppo capace di portare a compimento doversi progetti. Questo lab, arricchito anche da momenti di dibattito al suo interno, ha trovato il modo di definire queste figure tra i diversi volontari e far venir fuori tante idee diverse di leadership.

Privacy e GDPR

L’argomento oramai è ben conosciuto almeno da coloro che per lavoro o anche solo per curiosità hanno avuto a che fare con il Regolamento sul trattamento dei dati personali. In questo contesto, le associazioni e i volontari coinvolti hanno il colpito di individuare le norme che li responsabilizzano e le corrette azioni da intraprendere nella gestione dei dati dei propri associati.

Social media communication

Il mondo dei social media e la corretta comunicazione sono, per molte associazioni, un grande canale di comunicazione attraverso il quale far conoscere la propria realtà e la propria mission insieme ai valori che ogni singola federata porta con se. Il punto focale di questo lab è stato appunto quello di cercare di strutturare queste informazioni e rendere fruibili chi, anche non professionista del settore, si trova tutti i giorni a gestire le pagine social federative.

Public speaking

La comunicazione digitale sarà di certo uno dei modi più utilizzati della nostra epoca, ma non sempre l’unico. La capacità di relazione col pubblico gestendo le informazioni e il linguaggio del corpo sono stati i temi affrontati in questo laboratorio. Un approccio graduale che ha portato i partecipanti ad accrescere la propria esperienza e ad acquisire delle tecniche da affinare con tempo e con l’esperienza.

 

A chiudere questa 3 giorni di formazione la presentazione dei lavori e delle esperienze maturate dai protagonisti durante il corso prima del ritorno alle proprie federate.

 

“Un corso di formazione declinato per i nostri volontari è la chiave per migliorare le competenze e le esperienze” – così commenta la presidente Paola Tosi – “il FIDAS lab ha la possibilità di accogliere solo una minima delegazione da parte delle Federate e il nostro compito è quello di far tesoro delle competenze e delle esperienze per migliorare le attività e la nostra realtà. Nel prossimo futuro, a bilancio di questo consiglio direttivo, c’è in progetto di organizzare un corso di formazione per i volontari della nostra associazione”.

 

Mauro Benedetto, Consigliere Nazionale FIDAS con delega alla Formazione, ha dichiarato: «Con questo appuntamento anche la formazione FIDAS torna a svolgersi in presenza. Ritengo questo passaggio importante per poter rendere il fine settimana ricco non solo di nozioni ma anche di momenti di condivisione in gruppo. Grazie alla relazione l’esperienza formativa si arricchisce di un gusto in più dato dal dialogo e dal confronto diretto di esperienze e competenze».

 

 

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