19 Gen
  • Da Felice Moscato
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Forze Armate e Donazione. L’esperienza dell’Aeroporto militare “F. Baracca” nelle parole del comandante Col. Giuliano Chicarella.

Il Col. Chicarella durante l’abituale donazione di sangue in Aeroporto, a bordo dell’autoemoteca dell’Associazione “Carla Sandri” di Roma. Immagine realizzata prima dell’entrata in vigore delle misure di contenimento del contagio da COVID-19.

Nel mese di febbraio si svolgerà una nuova raccolta di donazione di sangue ed emoderivati da parte dei militari all’interno del Comando Aeroporto “Francesco Baracca”, nel Quartier Generale del Comando Aeronautica Roma deputato, fra i vari compiti, al supporto tecnico-logistico e amministrativo dei numerosi e prestigiosi enti ubicati sulla storica aviosuperficie.

L’iniziativa, che si svolge oramai da diversi anni, si consolida grazie alla collaborazione tra il Presidente della Associazione GDS “Carla Sandri” Paola Tosi e il Comandante, Col. Giuliano Chicarella. La base aerea di Centocelle, nel solo anno 2020, è riuscita a sfiorare le 300 unità di sangue a supporto di tutti gli eventi trasfusionali dell’ospedale San Giovanni-Addolorata e della città di Roma.

Di seguito l’intervista del Comandante Chicarella che, prima di Natale, ci ha raccontato come le Istituzioni, e in particolare il Comando da lui presieduto, hanno il compito di restare vicini ai cittadini su tutti i fronti che ne tutelano la sicurezza e la salute. In un contesto come quello della regione Lazio, cronicamente non autosufficiente, il dono del sangue è troppo importante perché questo prezioso gesto non sia supportato ogni giorno.

D:    Qual è la sua visione sull’impegno delle Istituzioni, anche da Lei rappresentate, per il mantenimento dell’autosufficienza nazionale di sangue in questi tempi di pandemia?

R:    La collaborazione tra Istituzioni e Associazioni di Donatori è una realtà oramai consolidata; nella mia trentennale carriera ho avuto modo di servire in molti Reparti dell’Aeronautica Militare e ricordo la donazione di sangue come una realtà sempre presente, sin dalla scuola di formazione.

D:    Quali sono le sue aspirazioni personali che l’hanno fatta avvicinare al mondo della donazione del sangue e alla sua promozione presso l’Aeroporto di Centocelle?

R:    L’aspirazione è di contribuire all’innato fabbisogno di sangue nel nostro Paese. La consapevolezza del problema è divenuta sempre più emergente nel corso del 2020 a causa della pandemia di COVID-19; in questo senso la promozione della donazione nel nostro Aeroporto si è affiancata all’enorme sforzo che l’Aeronautica Militare e le Forze Armate hanno messo in piedi per collaborare con le Istituzioni sanitarie del Paese.

D:    Lei è donatore da quanti anni? Cosa l’ha avvicinata al mondo del dono?

R:    Sono donatore di sangue da sempre; mio padre, poliziotto, lo era ed io ho voluto seguirne l’esempio non appena la legge me lo ha consentito. E lo stesso posso dire per la mia famiglia: mia moglie e le mie figlie sono donatrici, così come i miei suoceri. Insomma, si tratta di una sensibilità da sempre radicata nella mia vita. Per questo ho accettato con entusiasmo di continuare l’eccellente collaborazione con l’Associazione “Carla Sandri” appena ho assunto il Comando dell’Aeroporto “Francesco Baracca”.

D:    Qual è la storia e la nascita del gruppo all’interno dell’Aeroporto di Centocelle? Ha avuto altre esperienze simili in altre basi nel corso della sua carriera?

R:    Come Le dicevo, la presenza di un’autoemoteca è una realtà quasi tradizionale nelle basi dell’Aeronautica Militare; quando ho assunto il Comando sono stato davvero lieto di trovare una già consolidata tradizione di collaborazione con l’Associazione Carla Sandri che io ho con entusiasmo accettato di supportare; in un’ottica di miglioramento delle condizioni in cui si svolge l’attività e della comunicazione interna ed esterna a supporto della stessa.

D:    Quali sono state le difficoltà nel continuare questo suo impegno di donazione anche da parte dei commilitoni, con l’avvento del COVID? Ci sono state paure diffuse?

R: L’emergenza COVID ci ha messo di fronte alla necessità di ripensare l’attività di donazione allo scopo di porre in essere tutte le norme di contenimento del contagio e, al tempo stesso, di non gravare ulteriormente sulle attività quotidiane dell’Infermeria di Corpo, già sottoposta ad un stress al di fuori dell’ordinario. Devo dire, tuttavia, che la risposta del personale è stata davvero eccezionale e generosa, così come la disponibilità dell’Associazione a studiare insieme le modifiche da apportare all’attività allo scopo di continuare a donare, in un momento in cui la necessità di sangue era più viva che mai, e al tempo stesso rendere le donazioni sicure per il personale e per gli operatori.

D:    Quali sono i suoi pensieri al termine di una raccolta? Ritiene che le Istituzioni, comprese quelle militari, possano fare di più in questo ambito?

R:    Il pensiero al termine di una raccolta è sempre lo stesso? Abbiamo fatto abbastanza? Come possiamo fare di più? In realtà, dopo un controllo incrociato delle donazioni in Aeroporto e dei permessi concessi ai militari per attività analoghe, ci siamo resi conto che il numero di donatori è molto maggiore di quello che sembra: inevitabilmente, infatti, molti militari e dipendenti civili preferiscono continuare a donare nei luoghi di residenza o a favore dei gruppi o delle associazioni alle quali sono iscritti. Si pensi ad esempio al diritto di fruire di un giorno di riposo dopo aver donato il sangue: è un diritto (ma anche un dovere, se lo si vede come necessità di recuperare l’efficienza fisica) a cui un militare residente fuori Roma dovrebbe rinunciare. È per questo che molti non possono donare in Aeroporto; questo è un problema che stiamo studiando per trovare in futuro soluzioni gestibili.

D:    Come pensa sia possibile promuovere ed incentivare la donazione di sangue presso le installazioni militari?

R:    In misura principale continuando con le campagne d’informazione che da tempo stiamo ponendo in atto in maniera massiccia. Ma anche con idee nuove nel campo dell’incentivazione. A titolo di esempio le cito il successo dell’idea di abbinare alla donazione, durante l’emergenza COVID, la ricerca gratuita della presenza nel sangue degli anticorpi contro il virus SARS-CoV-2. Questo, unito alle difficoltà di ottenere i controlli nei laboratori pubblici e privati, ha fatto sì che i donatori trovassero un motivo in più per vincere la preoccupazione e continuare a donare in serenità anche in un momento così difficile.

D:    Pensa che da parte delle istituzioni vi sia un’informativa adeguata sul sangue e sulla donazione in questo periodo di COVID? E in generale?

R:    In generale l’informazione è molto presente. E la Difesa in particolare rappresenta un enorme contributore alla donazione di sangue. Certo la campagna informativa nazionale non può essere definita adeguata se guardiamo ai numeri dell’esigenza di sangue in Italia; c’è sicuramente ancora molto da fare.

D:    In questi anni quali sono stati i percorsi avviati con l’Associazione Carla Sandri e con la sua Presidente Paola Tosi?

R:    La collaborazione con la Presidente Tosi è davvero eccezionale; in questi anni abbiamo cercato continuamente di migliorare l’attività con la ricerca di nuovi spazi e servizi sempre più adeguati. Siamo davvero fortunati a poter contribuire con un team così motivato e disponibile.

D:    Come e in che misura è cresciuta la partecipazione degli uomini e donne dell’Aeroporto di Centocelle e il loro rapporto con l’Associazione?

R:   Siamo passati dalle 91 donazioni annue del 2017 alle 242 del 2019 e abbiamo chiuso il 2020 con ben 288 donazioni complessive! Alla luce di una costante e crescente adesione, nel frattempo, abbiamo anche aumentato i giorni dedicati alla donazione in Aeroporto e valutiamo un ulteriore incremento qualora continui il trend crescente di richieste. Questi risultati sono stati possibili grazie alla generosità dei militari e dei dipendenti civili dell’Aeroporto, allo slancio irrefrenabile dell’Associazione “Carla Sandri”, alla puntuale disponibilità del personale dell’Infermeria – a iniziare dal suo Capo, il Dottor Paolo Giudice – e, non ultima, alla passione di alcuni volontari: cito, a puro titolo di esempio da proporre a tutti, il 1° Maresciallo Angelo Valori che da sempre, e al di là dei propri doveri professionali, si presta con passione e generosità alla causa della donazione di sangue e rappresenta il punto di unione tra Aeroporto e Associazione.

D:    Per i nostri lettori e per le altre Associazioni che vorrebbero promuovere la donazione nelle zone militari, ci può spiegare quali sono le procedure organizzative e di sicurezze attuate in questo tipo di luoghi?

R:    Le procedure di sicurezza possono variare in base alle specifiche esigenze di protezione del Reparto; in linea di massima si attuano protocolli definiti e che non creano particolari problemi organizzativi a condizione di fornire con anticipo tutte le informazioni necessarie a consentire l’ingresso nelle aree militari al personale e ai mezzi interessati. Per quanto riguarda le procedure di sicurezza sanitaria, ovviamente, saranno applicati i protocolli di volta in volta autorizzati dal Ministero della Salute e dai Servizi Sanitari militari interessati. In linea di massima un approccio iniziale con il Comando, anche informale, può aiutare a verificare la fattibilità di un accordo convenzionale permanente, come nel nostro caso, piuttosto che di singole raccolte occasionali in una determinata base.

Infine vorrei approfittare di quest’occasione per ringraziare l’Associazione “Carla Sandri”, la sua dirigenza e tutti i suoi operatori, per la grande opportunità che ci danno di dimostrare la generosità del personale dell’Aeroporto “Francesco Baracca” e di contribuire, nel nostro piccolo, alla scalata verso il soddisfacimento dell’enorme esigenza di sangue che l’Italia sta conoscendo in questi anni. Il nostro impegno è e sarà sempre più quello di continuare sulla rotta di eccellenza intrapresa e di sforzarci sempre più nella promozione della donazione di sangue a tutti i livelli. Del resto donare il sangue è l’essenza del servizio sociale, è un po’ come donare parte della propria vita a chi ne ha bisogno e noi abbiamo giurato di fare esattamente questo nel momento stesso in cui siamo entrati a far parte della grande famiglia della Difesa.

Mi sembra, quindi, un connubio perfetto che merita di essere sempre più sviluppato e migliorato.