
Partecipa al motoraduno “Metti in moto il dono” – 15 settembre 2021


Il 2022 è stato un anno negativo per la raccolta di plasma. Sono stati raccolti 842.949 chili, circa 20mila in meno rispetto al 2021, quando ne erano stati raccolti 862.401. In definitiva il calo percentuale del 2,3% fa sì che la raccolta della parte liquida del sangue, necessaria alla produzione di farmaci salvavita, sia addirittura inferiore ai livelli del 2020, quando i mesi di lockdown avevano fatto sentire i loro effetti su tutto il sistema sanitario nazionale.
La causa principale del crollo della raccolta è ascrivibile all’andamento dell’epidemia di Covid e in particolare alla variante Omicron, come dimostrato nei monitoraggi mensili pubblicati sul sito del Centro Nazionale Sangue. In corrispondenza dei picchi di contagi segnalati a gennaio, aprile e luglio infatti sono corrisposte brusche frenate nella raccolta di plasma (rispettivamente -10%, -13% e -6,7% rispetto all’anno precedente). Nonostante l’impegno messo in campo ogni giorno, i servizi trasfusionali devono fare i conti con una grave carenza di personale, che incide inevitabilmente anche sulle attività di raccolta di sangue e plasma.
Questi numeri, dopo la ripresa registrata l’anno scorso, allontanano ulteriormente l’Italia dall’obiettivo autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline il nostro paese è stato costretto a rivolgersi sempre maggiormente al mercato estero. L’Italia importa principalmente dagli Stati Uniti, dove pure la raccolta ha segnato il passo dal 2020, e questo ha comportato da un lato un aumento dei prezzi di questi prodotti e dall’altro il rischio che in futuro sarà difficile reperire farmaci utilizzati largamente anche in terapie salvavita.
“Il plasma è una risorsa fondamentale per il sistema sanitario nazionale – spiega Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue – eppure sono ancora in pochi a essere a conoscenza della sua importanza. Contrariamente ai globuli rossi, l’Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi che, come ci ha fatto capire il Covid, sono meno ipotetici di quanto non ci aspettassimo. Fortunatamente la generosità degli italiani non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui della pandemia, e ci sono intere categorie di potenziali donatori che sarebbero ideali per il plasma, chi ha il gruppo sanguigno AB per esempio, o le donne, per un minore impatto su riserve di ferro e sui valori di emoglobina. Alla fine basterebbe solo uno sforzo in più da parte di tutti gli attori del sistema”.
Per risolvere il problema delle carenze l’Italia è impegnata, con numerosi partner europei e internazionali, nel progetto SUPPLY che potrà fornire strumenti utili ad incrementare la raccolta di plasma da donazioni volontarie e non remunerate nei paesi membri dell’UE.
Come avviene la donazione di plasma
È un prelievo effettuato tramite un’apparecchiatura (separatore cellulare) che immediatamente separa la parte corpuscolata, ovvero globuli rossi, bianchi e piastrine, dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600-700 ml. La parte corpuscolata viene re-infusa nel donatore. Il volume di liquido che si sottrae con la donazione viene ricostituito grazie a meccanismi naturali di recupero, l’infusione di soluzione fisiologica e l’assunzione di liquidi.
La plasmaderivazione
Il plasma viene conferito all’industria farmaceutica dove verrà usato per produrre medicinali salvavita, i cosiddetti plasmaderivati come l’albumina, le immunoglobuline o i fattori della coagulazione. I medicinali prodotti con il plasma donato non vengono usati a fini commerciali e, una volta terminato il processo di lavorazione, la casa farmaceutica restituisce il prodotto finito alla Regioni italiane. I farmaci plasmaderivati sono distribuiti gratuitamente ai pazienti che ne hanno bisogno ed eventuali lotti eccedenti il fabbisogno nazionale vengono donati a paesi in difficoltà tramite programmi di collaborazione internazionale.
Fonte: Centro Nazionale Sangue
È di questi giorni una nuova Circolare del Ministero della Salute che regolamenta l’isolamento delle persone risultate positive a un test molecolare o antigenico per Sars-CoV-2.
Il dispositivo prende in considerazione anche il sistema sangue e tutti i donatori. La circolare specifica che: chiunque dovesse risultare positivo al test senza sviluppare i sintomi potrà terminare l’isolamento dopo 5 giorni, anche senza tampone negativo; per i positivi sintomatici, la sospensione termina se sono trascorsi almeno 2 giorni senza sintomi e 5 giorni dalla prima comparsa dei sintomi o dall’esito positivo del tampone; per i casi asintomatici la sospensione potrà terminare anche prima dei 5 giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato in struttura sanitaria/farmacia risulti negativo.
La circolare prende in considerazione anche i contatti stretti con soggetti confermati positivi al Sars-CoV-2 si applica il l’autosorveglianza durante il quale è obbligatorio indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2, al chiuso o in presenza di assembramenti, fino al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto stretto.
Se durante il periodo di autosorveglianza si manifestano sintomi riconducibili ad una possibile infezione da Sars-Cov-2, è raccomandata l’esecuzione di un test antigenico o molecolare.
Come dichiarato dallo stesso Centro Nazionale Sangue, per poter accedere alla donazione sarà necessario aver assolto a queste misure. Il Centro ha ribadito la necessità di mantenere la chiamata – convocazione programmata dei donatori al fine di regolare gli accessi nelle strutture di raccolta.
Grazie al sistema delle prenotazioni e al percorso per la sicurezza della donazione nei centri di raccolta, le donazioni di sangue sono un’operazione sicura sia per il personale trasfusionista, sia per i donatori. Contattaci per prenotare la tua donazione di sangue o plasma.
Tutelare i pazienti e prendersi cura del pianeta: con un solo gesto è possibile. Dal 1° gennaio 2023 con l’iniziativa “Nuove Radici” tutti i giovani dai 18 ai 30 anni sul territorio nazionale italiano che doneranno per la prima volta sangue o plasma con FIDAS riceveranno un albero in regalo. Ogni albero è geolocalizzato, fotografato e ha la sua pagina online sul sito treedom.net, dove sarà possibile ricevere aggiornamenti sul progetto agroforestale di cui fa parte.
L’iniziativa – che unisce la grande attenzione per i pazienti e un esuberante slancio green – è organizzata da FIDAS Giovani in collaborazione con la piattaforma Treedom, dal 2010 impegnata nella piantumazione di alberi in 17 Paesi nel mondo.
Per aderire all’iniziativa sarà sufficiente contattare FIDAS Giovani tramite uno dei tanti canali di comunicazione attivi (su Instagram @GiovaniFidas, all’indirizzo email giovani@fidas.it o chiamando il numero di telefono 347 30 41 625), dove i volontari re-indirizzeranno il candidato all’associazione FIDAS più vicina, primo step per ricevere l’albero in dono.
Il giovane che donerà sangue quindi, non solo aiuterà i pazienti, ma vedrà il proprio gesto mettere radici, crescere e germogliare in un sostegno concreto alla salute del pianeta.
FIDAS Giovani introduce la propria iniziativa con una frase di Victor Hugo, padre del romanticismo francese: “Fate come gli alberi: cambiate le foglie, ma conservate le radici. Quindi, cambiate le vostre idee, ma conservate i vostri principi”. E aggiunge: “È un’occasione per ricordarci dell’importanza della natura e per celebrarla nel rispetto della terra e di tutte le creature che la popolano e per contribuire alla salvaguardia e alla tutela delle sue risorse”.
Nella nota diffusa online FIDAS Giovani continua: “Questa iniziativa nasce con lo scopo di rinnovarsi come le foglie degli alberi attraverso la donazione di sangue e di emocomponenti, ma al contempo permette di creare e mantenere radici forti, fidelizzando nuovi giovani alla cultura di questo nobile gesto”. La nota procede: “E come gli alberi che crescono e prosperano rigogliosi su questa terra, ci auguriamo che anche il giovane donatore possa crescere e far crescere la cultura del dono, offrendo alla federazione sempre nuove foglie che aiutino a migliorare e incrementare il numero di donatori e volontari”.
I vantaggi di questa iniziativa vanno a beneficio dell’ecosistema, ma non solo: “Tutti gli alberi fanno bene all’ambiente: assorbono CO2, emettono ossigeno, favoriscono la biodiversità, contrastano l’erosione del terreno e molto altro”. Treedom – che ha già piantumato oltre 3,5 milioni di alberi in tutto il mondo – introduce come continua la catena del bene, e chi ne sono i principali beneficiari: “Le comunità rurali coinvolte nei nostri progetti ricevono formazione e sostegno finanziario. Sono loro a prendersi cura degli alberi e a godere dei loro frutti”.
Da gennaio attendono di essere piantumati 200 alberi. Affrettati, sostieni il pianeta prenotando il tuo appuntamento per la donazione di sangue o plasma.
Fonte: FIDAS Nazionale