04 Set
  • Da Felice Moscato
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Si allontana l’obiettivo autosufficienza. Dati raccolta di luglio non confortanti.

I dati di luglio giunti sui tavoli istituzionali e su quelli delle Associazioni non sono per nulla confortanti. Come era stato annunciato anche le raccolte di luglio segnano un segno meno mentre i consumi di unità di sangue utili per i pazienti e per le terapie si mantengono costanti.

Il monitoraggio mensile del Centro nazionale sangue sulla raccolta dei globuli rossi nel primo mese estivo segna una frenata del 4.2% rispetto allo stesso mese del 2021. Qui i dati ufficiali

Dopo i mesi di maggio e giugno che avevano segnato e fatto sperare che la lenta ripresa potesse essere costante, arriva il dato aggregato del Centro che segna inoltre un segno negativo complessivo sui dati di raccolta che vanno da gennaio a luglio.

Nella figura qui accanto possiamo osservare i dettagli delle prestazioni regionali, quasi tutte negative (soltanto quattro i “triangoli gialli” che registrano il segno “più”). Bene Valle d’Aosta (+3.4%) e Toscana (+ 3.6%), scendono di molto le province autonome di Trento (-11.2%) e Bolzano (-14.5%), crolla l’Umbria che segna il dato peggiore (-14.8%). Con un focus sulla nostra regione possiamo vedere il triangolino rosso che segna un -6,6% che tradotto in numeri si passa da 13,657 unità prodotte di globuli rossi nel luglio del 2021 a 12,749 unità prodotte nel luglio di questo anno. Quasi mille unità di sangue in un solo mese.

Il dato di lettura ha necessità di alcune spiegazioni. Il Lazio è da sempre una regione che necessità di una afflusso di sangue e di prodotti emoderivati alta e costante. Il dato certamente va letto sotto la lente della ripresa dell’attività sanitaria e con la criticità estiva che da sempre mette a dura priva la programmazione delle operazioni e delle terapie che spesso vengono rimandate. Solo poche settimane fa la presidente regionale Paola Tosi era intervenuta sugli interventi che potrebbero venire in soccorso del SSN e regionale (qui l’articolo completo)

 

 

Infine, leggendo il dato completo che mette a confronto la prima metà dell’anno 2021 e del 2022 offre un quadro più generale più preoccupante dopo sette mesi di raccolta: a oggi mancano 38.625 unità di globuli rossi rispetto al 2021.

Le ragioni di questa criticità così diffusa è dovuta a diverse ragioni che passano da ragioni culturali a ragioni di sistema che avrebbe necessità di essere più elastico e di potersi adattare alle nuove esigenze. Solo un sforzo comune con investimenti curati possono risollevare il sistema. La carenza di questi tempi sta facendo crollare anche le regioni che storicamente erano in grado di aiutare quelle meno efficienti attraverso lo strumento della compensazione. Le istituzioni hanno necessità di raccordarsi e di mettere le basi per un riordino strutturato che possa venire incontro a tutti gli attori del sistema.